Kiatto, "postato" il 11/08/14 alle 22:44:29

Una congiuntura climatica controversa

Il global warming pare procedere nella sua marcia inarrestabile anche perché, come dimostra il recente boom globale del fracking, la specie umana sembra incapace di controllare realmente le sue emissioni in termini di gas serra. Temo, infatti, che i combustibili fossili saranno sfruttati fino all'ultima goccia di petrolio o all'ultima particella di carbone a dispetto del notevole assortimento di fonti di energia alternative a disposizione.
Recentemente i livelli di concentrazione di CO2 hanno raggiunto la fatidica soglia di 400ppm dimostrando quanto la situazione sia sfuggita di mano.
Gli ultimi dati del National Oceanic and Atmospheric Administration confermano in modo spietato questo quadro desolante:  il Giugno del 2014, con un anomalia globale delle temperature superficiali pari a +0,72°C rispetto alla media del 20°C secolo, risulta il più caldo dell'intera serie storica. Spulciando le statistiche della NASA per trovare un mese sotto la media 1951-80 dobbiamo tornare indietro fino al febbraio 1994 con un'insignificante anomalia negativa di -0,01°C mentre per trovare un interno anno sottomedia dobbiamo risalire all'ormai lontano 1976. Gli anni che vanno dal 1880, inizio della serie storica, al 1936 sono, sono invece tutti caratterizzati da valori inferiori alla media 1951-80.
Se non bastassero le serie storiche delle temperature superficiali terrestri e oceaniche, a confermare il progressivo surriscaldamento, ci sono anche i dati satellitari relativi all'estensione dei ghiacci marini artici che, già di per se caratterizzati da una tendenza marcatamente negativa, hanno fatto registrare dei nuovi record negativi davvero catastrofici prima nel 2007 e poi nel 2012.
Prima di valutare l'ipotesi di abbandonare il pianeta, vale la pena di considerare che ci sono, almeno per il momento, ancora dei dati che stonano con la sinfonia del global warming. Proprio nello scorso Giugno, in un contesto di anomalie termiche globali da record assoluto, i ghiacci marini antartici, incredibilmente, stabilivano nuovi record di estensione stagionale. Altra fenomenologia di difficile interpretazione l'estensione della superficie innevata nell'emisfero boreale che mostra un trend pluridecennale sostanzialmente piatto. Anche el Niño, dopo l'ultima potente fiammata del 1997-98, sembra, negli ultimi anni un po' sotto tono.
Si tratta di semplici feedback solo apparentemente contraddittori di un sistema complesso oppure sono i segnali di un'almeno temporanea inversione di rotta?
Di certo c'è che dopo il periodo di eccezionale attività solare degli ultimi decenni, il ciclo 24, ci conferma un certo rallentamento. Per il momento non ci sono elementi solidi per affermare se si stia andando verso un periodo di marcata quiescenza del Sole tale forse da controbilanciare se, non addirittura, prevalere sull'effetto serra antropico oppure se si tratta di un fisiologico assestamento incapace di sottrarci al rovente destino che ci siamo apparecchiati.
egghino, "postato" il 27/09/14 alle 12:44:04

NOAA

avevo letto su un altro blog che i dati del NOAA erano stati contestati, in quanto menzogneri, non č cosė dunque?

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