kiatto, "postato" il 20/05/19 alle 22:45:27

L'epidemia dei suv

Solo fino a pochi anni fa in Italia e, più in generale, in Europa possedere un gippone era considerato sintomo di megalomania o, comunque, una spacconata da americani.
Ma negli anni 2000 le cose sono, però, cambiate e già nel 2005, 14 anni or sono, in Italia, sono stati venduti oltre 150000 fuoristrada, quasi il 6,7% del totale.
Non si trattava di una moda passeggera ma, ahimè, di un cambiamento strutturale di lungo termine: negli anni successivi, infatti, la quota di mercato dei fuoristrada si è tuttaltro che ridimensionata tanto da arrivare al 9,6% del totale l'anno scorso.

Il cavallo di Troia dei crossover

Ma la trasformazione più clamorosa del nostro parco auto è da attribuirsi ai crossover, quei macchinoni che rappresentano una specie di fuoristrada resi appena più accettabili come mezzi di trasporto per gli spostamenti privati dei singoli o delle famiglie.
In pratica, con l'introduzione dei crossover a metà del primo decennio del 21o secolo, viene meno il confine tra le carrozzerie di tipo suv e le "normali" auto.
Sono state infatti introdotte, dalle case automobilistiche alla ricerca di maggiori profitti, nuove carrozzerie ibride con caratteristiche ambigue che hanno definitivamente sdoganato il suv.
L'invasione dei crossover è stato un fenomeno tanto spettacolare quanto dannoso dal punto di vista sociale e ambientale:
nel 2005 in Italia sono stati venduti 87 crossover, divenuti 424 l'anno successivo e 12583 nel 2007. Il boom delle vendite dei crossover è poi proseguito ininterrottamente negli anni successivi tanto che la quota di mercato di tale categoria è cresciuta costantemente fino ad arrivare al 31,8% delle auto vendute nei primi mesi di quest'anno.
Ad oggi dunque, prendendo sempre in considerazione il primo quadrimestre del 2019, il totale dei suv venduti ammonta a ben 41,02% del totale delle auto oramai non troppo lontano dal totale delle berline vendute, valore che, viceversa, ha subito un continuo decremento negli ultimi anni, fino ad arrivare al 48,1%.

Una tendenza europea e globale

Tutto questo è in linea con quanto sta avvenendo nel resto d'Europa dove, con oltre 5 milioni di unità vendute l'anno scorso, i suv rappresentano oramai circa il 34% del mercato delle auto.
Non diversamente vanno le cose nel resto del Mondo e, dunque, globalmente si è passati dai circa 16,66 milioni venduti nel 2014 ai 29,77 venduti lo scorso anno con un balzo nella quota di mercato dal 22,4 al 36,4%.
Per continuare a fare sempre più profitti le multinazionali dell'auto devono fare in modo che l'autovettura privata rimanga al centro della scena sociale e dei desideri. In quest'ottica anche le dimensioni contano e veicoli più voluminosi e ingombranti occupano meglio il palcoscenico monopolizzando gli spazi urbani e scoraggiando ancor di più altre modalità, di spostamento e altre attività umane quali il gioco all'aperto dei bambini.
Basterebbe distogliere per un momento l'attenzione dalle martellanti campagne pubblicitarie delle case automobilistiche per scoprire che le misurazioni dei livelli di CO2 presenti nell'atmosfera effettuate all'Osservatorio di Mauna Loa alle Hawaii hanno fatto registrare giusto Mercoledì scorso (l'ultimo dato disponibile) un nuovo valore record a dimostrazione che la concentrazione dei gas serra sta subendo un incremento costante che sta sfuggendo di mano.
In questo contesto se già le automobili sono un mezzo insostenibile per gli spostamenti a maggior ragione lo sono i veicoli di dimensioni eccessive il cui impatto, a parità di efficienza del motore, è ovviamente maggiore.
Ma la dilatazione dimensionale delle autovetture private in atto da decenni dimostra quanto, in questa società, gli interessi specifici di alcuni soggetti prevalgano senza se e senza ma su quelli generali.

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